I frequenti dubbi sull’allattamento al seno che affiorano le mamme quando vivono le prime esperienze sono del tutto normali e comprensibili.
In questo articolo vedremo di analizzarne alcuni tra i più frequenti per chiarirli al meglio e dare le giuste informazioni.
Le problematiche più frequenti che assalgono le mamme riguardano ad esempio: le ragadi, il dolore al seno, la quantità di latte, il numero di poppate e la frequenza, come cosa fare per poter aumentare la produzione di latte.
Presenza di ragadi e/o dolore al seno mentre si allatta.
La presenza di ragadi e di dolore mentre si allatta è sempre legato a qualcosa che non sta andando bene, in particolare per quanto riguarda le ragadi esse sono riconducibili ad un attacco scorretto al seno.
Nessuna preparazione e nessun’altra spiegazione sono attribuibili alla loro insorgenza, motivo per cui, è necessario intervenire prima possibile per far sì che il neonato si attacchi correttamente al capezzolo.
E’ importante che il personale ospedaliero, le ostetriche o le consulenti per l’allattamento valutino attentamente la posizione di attacco così da rilevare eventuali “difetti” meccanici.
A volte capita che i neonati abbiamo una piccola problematica che interessa il 3-5% dei neonati, chiamata frenulo corto linguale, che può impedire al bambino di attaccarsi bene al seno.
La brevità del frenulo linguale impedisce una corretta suzione, poiché il neonato risulta incapace di creare una certa pressione a livello dell’areola del capezzolo.
Non deve però preoccupare in quanto a volte con la crescita o con un piccolo intervento di resezione pediatrico si può tagliare.
La posizione in cui si allatta è anche importante per un buon attacco, infatti a volte una posizione scomoda per la mamma o per il neonato crea un attacco scorretto.
Infatti, la mamma, in posizione classica a culla, spesso erroneamente tende ad avvicinare il seno alla bocca del neonato, creando dolore alla schiena e anche un attacco inadeguato.
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Frequenza delle poppate
- Ogni quanto va allattato il neonato?
- E se dorme è necessario che venga svegliato per poppare?
- Quanto tempo deve durare la poppata?
Partendo dal presupposto che i neonati non sono tutti uguali, che nascono a epoche gestazionali diverse, affrontano travagli diversi nonché con tipologie di parto diverse, essi inevitabilmente avranno i loro ritmi di poppata e di sonno.
Quindi anche le richieste saranno diverse per ogni neonato: ci saranno quelli che vorranno poppare più frequentemente e altri che diraderanno le poppate concedendosi intervalli maggiori.
La regola è quella di non fare confronti e non generalizzare su un tipo di standard ma assecondare la sola richiesta del neonato, allattandolo ogni qual volta lo richieda.
Oltre ad allattarlo a richiesta è opportuno che anche la durata della poppata sia libera: niente orologi, se madre natura avesse voluto prestabilire un tempo avrebbe dotato il seno di timer.
Queste le indicazioni principali per un buon allattamento esclusivo al seno.
Dal momento che non è così e che il seno è una centrale di produzione continua non bisogna mai dare dei tempi ma lasciare che il neonato si stacchi da sola dal seno.
A tal proposito è importante conoscere e saper riconoscere i segnali di fame del neonato, dove il pianto rientra nei fattori tardivi e quindi non andrebbe mai aspettato questo segnale.
Si dovrebbe anticipare il pianto del neonato facendo attenzione ad alcuni segnali quali ad esempio:
- il girarsi a destra e a sinistra come in cerca del seno,
- il portarsi alla bocca le manine,
- l’iniziare ad agitarsi.
Solo nei primi giorni, se il neonato è effettivamente molto sonnolento, per evitare cali glicemici o se per contrastare anche l’insorgenza di ittero si può provare a proporre il seno anche mentre dorme, avvicinando il seno.
Si può utilizzare la tecnica del solletico sotto i piedini o toccandogli le orecchie per svegliarlo dolcemente.
Quantità adeguata di latte
- Il bambino ha assunto abbastanza latte?
- E’ necessario che acquisti una bilancia per verificare che assuma la giusta quantità di latte?
Pesare troppo spesso non ha senso, anche nei primi tempi, perché al seno il bambino non prende sempre la stessa quantità di latte, non ha sempre lo stesso bisogno, quindi è opportuno pesare non più di una volta alla settimana nelle prime settimane, e una volta al mese successivamente.
Pensiamo anche a noi, non assumiamo mai la stessa quantità di cibo ad ogni pasto, ma è sempre diversa a seconda della fame che abbiamo.
Pesare il neonato prima e dopo la poppata non serve e crea solo ansia e falsi allarmismi, nonché uno stress notevole per la mamma; lo stress in allattamento non aiuta certo la mamma e il suo piccolo.
E’ opportuno, invece, per capire se il neonato assume una buona quantità di latte, contare il numero di pannolini bagnati e/o sporcati nelle 24 ore.
Un quantitativo pari a 5/6 pannolini nei primi 3 mesi è sufficiente per indicare la corretta assunzione di latte.
Neonato irrequieto di sera e seno “sgonfio”
La sera, spesso, i bimbi sono più agitati, perché hanno accumulato stimoli e stress in tutta la giornata, anche se apparentemente non avete stravolto la loro giornata.
I neonati alla sera possono risentire dei ritmi circadiani come noi, perché il loro cervello deve elaborare tutto ciò che hanno assorbito dall’ambiente intorno a loro.
Spesso il loro pianto non è un pianto di fame, piuttosto di sfogo, di bisogno di coccola.
Capita anche che rifiutino addirittura il seno o che vogliano stare attaccati per ore.
In nessuno di questi casi si deve pensare che il latte sia diminuito o non basti o non sia nutriente (peraltro cosa impossibile).
Anche il seno sgonfio non è indice di poco latte, semplicemente perché il seno si è calibrato alla richiesta e quindi non accumula più latte di quello necessario
(evitando stasi e ingorghi).
E’ importante in questi casi non somministrare aggiunte, acqua o liquidi diversi dal latte materno: il vostro latte è sempre perfetto!
Non scoraggiatevi mai alle prime difficoltà ma consultate sempre un’ostetrica o una consulente per l’allattamento.
Questo vi aiuterà moltissimo, vi incoraggerà e permetterà che il vostro allattamento non venga compromesso.
Se avete dubbi o domande, scrivete pure nei commenti.
A presto Emanuela!!
Photo by Matteo Bagnoli On Flickr
Maria paola
Settembre 25, 2018 at 5:02 pmSalve a tutti ho un bimbo di 4 mesi circa e da circa 5 giorni che do l aggiunta al mio bambino, anche se io nn ero d’accordo il pediatra me l ha consigliato perché c’era il sospetto che il mio latte non era abbastanza per il mio piccolo… ma sinceramente sono molto giù perché io vorrei l allattamento solo al seno