Come vengono tutelate le madri che sono lavoratrici precarie o disoccupate dal nostro Stato?
Per questa particolare categoria di madri è previsto L’Assegno di maternità dello Stato erogato dall’INPS. Vediamo la categoria in questione a chi fa riferimento:
- che lavorano saltuariamente.
- che possiedono un lavoro stagionale.
- disoccupate.
- in cassa integrazione.
- in mobilità.
Queste particolari condizioni possono trovarsi gran parte delle donne, le giovani madri e soprattutto le donne immigrate nel nostro Paese, per le quali molto spesso questo assegno diventa di importanza vitale per il mantenimento del neonato.
Tale assegno pari a 2.086,24 Euro viene pagato seguendo due modalità:
- Misura intera: se la madre non ha diritto a nessuna indennità di maternità.
- Quota differenziale: se la madre ha diritto ad un’indennità di maternità con un importo complessivo che risulta inferiore rispetto a tale assegno.
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Chi può farne richiesta dell’assegno per madri lavoratrici:
- Cittadine italiane o comunitarie residenti in Italia al momento del parto o dell’ingresso del minore adottato nella famiglia.
- Cittadine non comunitarie residenti in Italia ( le quali devono necessariamente essere in possesso del permesso di soggiorno CE soggiornanti di lungo periodo) al momento del parto o dell’ingresso del minore adottato nella famiglia.
Requisiti per richiedere l’assegno per madri lavoratrici:
Un requisito importante per la madre lavoratrice subordinata, parasubordinata o in forma autonoma, è il possesso di tre mesi di contribuzione previdenziale nel periodo compreso tra i 18 o i 9 mesi precedenti la data del parto oppure l’ingresso in famiglia. Stesso discorso è valido nel caso in cui la lavoratrice sia stata licenziata oppure si sia dimessa dal proprio incarico.
Diverso e più particolare risulta il caso della lavoratrice disoccupata che abbia usufruito in passato di mobilità, di AspI, di Mini AspI, di NASpI, di cassa integrazione, malattia o maternità, ASU o LPU. Per lei, il requisito è che tra l’ultimo giorno della prestazione economica fruita e la data del parto, o di ingresso in famiglia, non sia trascorso un periodo di tempo superiore a 9 mesi.
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A presto,
Deborah.
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