Spesso sin da bambine, a tutte le femminucce si racconta quanto l’esperienza della maternità sia per una donna qualcosa di magico e meraviglioso, ma allo stesso tempo si sottolinea quanto il momento del parto sia devastante e dolorosissimo.
Questo anche se può sembrare banale, genera nelle donne qualcosa che riaffiora poi (a chi meno e a chi più) nel momento in cui si sta per diventare mamme.
Oltre ciò i commenti delle persone che circondano le mamme spesso non sono altro che “intimidazioni” di quando “dovrà capitare..”
Sembra quasi che i dettagli traumatici e scabrosi del parto siano quasi entusiasmanti per chi li racconta, per poi concludere il racconto con un “ma non preoccuparti, poi dimentichi tutto quando vedi il tuo bambino!”
Sembrerebbe quasi inevitabile la sofferenza, il terrore, anzi, quasi che l’essere madri passi per quelle vie…
Prima di continuare la lettura ci tengo ad avvisarti che…
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Come può una mamma affrontare la gravidanza e il parto in modo sereno allora??
Certamente i corsi di accompagnamento alla nascita sono uno degli aiuti fondamentali, se condotti con esperienza, professionalità e soffermandosi anche sulle emozioni e gli stati, i cambiamenti psicologici della donna e della coppia!
Durante i corsi, l’ostetrica, figura fondamentale, vi accompagnerà in un percorso bellissimo e consapevole dove non solo lei interverrà ma anche altri professionisti che con lei, supportano le mamme nei momenti di difficoltà.
Un altro valido strumento per affrontare la paura del parto è l’hypnobirthing (in italiano “ipnoparto”), un programma di educazione prenatale che fornisce ai futuri genitori gli strumenti necessari per vivere la nascita del proprio bambino come un’esperienza positiva e soddisfacente.
L’hypnobirthing, infatti, si basa sul concetto che il nemico del parto non è il dolore, bensì paura, ansia e tensione. La tecnica, se applicata in modo opportuno, può assicurare una condizione di calma durante il travaglio. E uno stato di calma e di padronanza di sé favorisce la produzione di ossitocina, l’ormone che aiuta l’utero a contrarsi in modo più efficace a tutto vantaggio di una più breve durata del parto. Ma non solo: l’ossitocina innesca, a sua volta, la produzione di endorfine, che danno sollievo al dolore fisiologico del parto e, in generale, favoriscono una diffusa sensazione di benessere.
Ma torniamo a parlare di “paura” del parto..
Questa paura è davvero così terribile?
Inevitabilmente, le donne hanno paura del parto.
Sempre più spesso ci sono donne che vivono la gravidanza e l’avvicinarsi del momento del parto con un’ansia crescente ed una grande difficoltà a vivere serenamente un momento tanto delicato.
Inoltre, in alcuni casi, la paura e l’inibizione della mamma quando si trova a dover partorire, può far sì che il decorso del travaglio sia più lungo e difficoltoso, tale da confermare quell’iniziale idea di “parto dolorosissimo e ingestibile” che essa si portava dietro da tanto tempo.
Partorire, è inevitabilmente un momento ad altissimo contenuto emotivo, in cui il dolore ha una parte centrale, ma non è tutto.
Le sfaccettature del “dolore”:
- BUONO. Il dolore che si prova a ridosso e durante il parto è un dolore “buono”, un dolore che ha una sua importantissima funzione e che andrebbe, per questo motivo, il più possibile accolto, invece che rifuggito.
- UNICO. Il dolore che la madre vive nel momento di dare la vita è un dolore molto importante e con una caratteristica unica rispetto a tutti gli altri mali che si possono provare: è un dolore che non è sintomo di patologia e, anzi, è un segno del naturale progredire di un parto fisiologico.
Questo dolore segnala alla mamma che il suo cucciolo sta arrivando, la predispone ad accoglierlo ed è un dolore atteso, che si sa dover arrivare.
- FUNZIONALE. Il dolore è anche funzionale, infatti la libertà di movimento in travaglio ci permette di trovare la giusta posizione antalgica.
Trovare una posizione in cui si sente meno dolore si è visto come sia per ogni donna un mezzo unico per affrontare il travaglio e l’espulsione seguendo le proprie sensazioni.
- INTERMITTENTE. Inoltre il dolore che si prova durante il travaglio è intermittente: si susseguono picchi e pause, nelle quali vengono prodotte endorfine, che sono una vera e propria analgesia endogena.
L’importanza del sostegno emotivo. Di cosa si tratta?
Il SOSTEGNO EMOTIVO si realizza grazie ad una relazione di vicinanza, di osservazione ed ascolto tra l’ostetrica e la donna assistita (RAPPORTO ONE TO ONE).
Attraverso quindi diversi strumenti quali:
- l’ascolto
- l’accoglienza
- l’incoraggiamento
- la rassicurazione
- la presenza fisica costante
- l’informazione
- la libertà di scelta
- il contatto fisico
- l’interpretazione dei desideri e bisogni della donna
- la protezione dell’ambiente e dello svolgimento naturale degli eventi
La relazione terapeutica che si instaura tra l’ostetrica e la donna permette di personalizzare l’assistenza focalizzandola sulla donna, la sua famiglia e la sua identità culturale.
“Il parto prende le paure più profonde che una donna ha nei confronti di se stessa e mostra che lei è più forte di esse. “
(Anonimo)
Vivere serenamente il travaglio e il parto è possibile.
È possibile se si riesce a sentirsi capaci di farlo. E ogni donna, futura mamma lo è!
Per qualsiasi dubbio o informazione in più scrivete pure nei commenti!
Un abbraccio da Emanuela
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Monica
Marzo 18, 2018 at 3:18 pmArticolo fantastico! Ottimi consigli che rasserenano!
Emanuela Tempesta
Marzo 18, 2018 at 5:41 pmGrazie Monica! Continua a seguirci 🙂
Florentina
Marzo 24, 2018 at 6:04 pmCiao!io sono nell 6 mese .ho il termine il 13 luglio. Ma sono terorizata dall parto .dall malle che l’avrò visto che sono molto delicata e non riesco a suportarea il dolore di nessuno un tipo.neanche la mestruazioni figurati un parto.Speriamo in un ostetrica brava
Emanuela Tempesta
Marzo 27, 2018 at 6:46 pmCiao Florentina!! La paura è normale averla, non preoccuparti, ma una brava ostetrica potrebbe sicuramente supportarti e accompagnarti al meglio per affrontare al meglio la nascita! Sei già seguita da un’ostetrica? Hai avuto modo di conoscere la nostra associazione?