Durante l’allattamento al seno e soprattutto all’inizio, possono insorgere alcune difficoltà per la mamma che allatta tra queste troviamo l’ingorgo mammario.
L’ingorgo mammario è una condizione tipica dei primi mesi di allattamento ma può presentarsi anche in altri momenti successivi, come per esempio nella fase di introduzione dei cibi solidi.
Tale condizione si presenta come un’infiammazione e congestione di tutto il seno oppure di uno o più quadranti di esso. Solitamente si accompagna a dolore, gonfiore, pelle tesa, lucida e arrossata. Il latte ha difficoltà a fuoriuscire, ne esce poco o per niente. Può comparire la febbre, ma non necessariamente.
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Quali sono le cause dell’ingorgo mammario?
Le cause dell’ingorgo mammario possono essere molteplici, tra esse troviamo:
- Suzione inefficiente
- Distanza fra le poppate
- Uso di ciuccio o biberon
- Aggiunta di latte artificiale
- Attacco al seno inadeguato
- Pressione sul seno (reggiseno, tracolla, posizione per dormire a pancia sotto o schiacciata)
- Alimentazione ricca di grassi saturi
- Stress e stanchezza
- Frenulo linguale corto
Se è vero che il latte si forma grazie alla suzione e allattando a richiesta, è altrettanto vero che può capitare, in alcune situazioni, che la produzione di latte non venga sufficientemente accompagnata da un adeguato drenaggio del seno.
E’ importante allattare il bimbo a richiesta e far si che l’attacco al seno sia corretto per evitare anche l’insorgenza di ragadi e ulteriori complicazioni; inoltre l’uso di ciuccio o biberon possono interferire con l’allattamento.
Un seno non drenato del tutto può ingorgarsi: sarà importante attaccare il bambino o eventualmente spremere il latte affinché la tensione al seno non si trasformi in fastidio e dolore.
Quando il seno è troppo turgido, anche la spremitura può risultare difficoltosa e il latte potrebbe rimanere ingorgato e avere quindi difficoltà a fuoriuscire.
Come prevenire l’ingorgo mammario?
- Allattare sin da subito il neonato, anche prima che avvenga la montata lattea e sempre a richiesta.
- Evitare l’uso di ciucci o biberon per le prime settimane.
- Utilizzare diverse posizioni di allattamento per far sì che il quadranti del seno vengano drenati tutti(in presenza di ingorgo posizionare il bimbo con il mento rivolto in corrispondenza della zona interessata).
- Se il seno è troppo pieno e il bimbo non riesce ad attaccarsi correttamente, usare il tiralatte per drenareil seno e riprovare ad attaccare il bimbo.
- Non indossare indumenti stretti, usare reggiseni comodi e possibilmente senza coppe, imbottiture ed eventualmente di una taglia maggiore della propria.
- Non utilizzare tracolle fasce o marsupi che comprimano eccessivamente il seno.
- Dormire evitando la posizione a pancia sotto con il seno schiacciato sul materasso.
- Correggere l’alimentazione evitando grassi animali e grassi saturi, prediligendo grassi insaturi e cibi ricchi di omega 3.
- In presenza di ragadi correggere la posizione di attacco, lasciare il seno all’aria il più possibile, spremere qualche goccia di latte materno a fine poppata, spalmarlo sul capezzolo e sull’areola e lasciarlo asciugare.
- Praticare un massaggio del seno con movimenti circolari, procedendo a spirale dall’attaccatura verso il capezzolo.
- Effettuare docce calde, fare impacchi caldi prima della poppata o della spremitura manuale o dell’uso del tiralatte, per aiutare il latte a fuoriuscire.
Quando consultare un professionista?
Se nel giro di 48 ore, con i dovuti accorgimenti, i sintomi non hanno subito un miglioramento occorre consultare uno specialista per valutare un’eventuale terapia antinfiammatoria e antibiotica adeguata e compatibile con l’allattamento.
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A presto da SOS Ostetrica – La migliore amica delle mamme!
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