Spesso molte mamme sono pervase da milioni di dubbi riguardo l’episiotomia, chiedendosi effettivamente cosa sia, quali rischi comporta, quando e se è necessario farla. All’interno di questo articolo troverete tutte le risposte di cui avete bisogno. Buona lettura!
COS’E’ L’EPISIOTOMIA?
L’episiotomia fu praticata per la prima volta da Ould nel 1742. Il termine episiotomia fu introdotto da Karl Braun nel 1857. Deriva dalla lingua greca e letteralmente significa “taglio del pube”. Consiste nell’incisione chirurgica dell’introito vaginale e del perineo (tratto muscolare che si trova fra la vagina e l’ano), che viene praticata durante il parto.
Lo scopo dell’episiotomia è di aumentare lo spazio dell’anello vulvare ossia per “allargare” il canale del parto e favorire la fuoriuscita dell’estremo cefalico.
Viene effettuata in fase espulsiva, ovvero quando il bambino sta ormai per nascere, quando il piano perineale risulta ben disteso dalla pressione della testa fetale, con un taglio netto, in modo da ridurre al minimo le perdite ematiche.
E’ un incisione a tutto spessore in quanto vengono recisi cute, sottocute e muscolo.
Prima dell’incisione, si esegue un’iniezione di anestetico locale in corrispondenza della zona in cui si intende praticarla.
Come si pratica
L’episiotomia viene praticata mediante l’utilizzo di una forbice retta a punta smussa con un’azione decisa delle lame in modo che il taglio risulti lineare e non frammentato. Questo avviene quando i tessuti della donna sono particolarmente distesi, ovvero quando la testa si dice “coroni” quando cioè sta per uscire dai genitali.
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Tipi di episiotomia
Per quanto riguarda la tipologia di episiotomia, ne esistono principalmente due:
- La medio-laterale: viene effettuata tagliando per 3 centimetri circa il muscolo bulbo cavernoso (per intenderci quello delle grandi labbra). Ma interresa anche altri muscoli, il muscolo profondo del perineo e alcune delle fibre muscolari più centrali dell’elevatore dell’ano.
- La mediana: non recide vere e proprie fibre muscolari, infatti si pratica dalla forchetta (la parte inferiore dell’introito vaginale) in direzione dell’ano recidendo le fibre del nucleo fibroso centrale del perineo. Questa volta si estende per pochi millimetri, a seconda della distanza (caratteristica di ciascuna donna) tra vagina e ano.
Indicazioni per l’episiotomia
Secondo la letteratura scientifica esistono delle precise indicazioni che ci dicono quando è assolutamente necessaria e, di conseguenza quando non lo è. L’ insorgenza di sofferenza fetale intrapartum costituisce l’indicazione assoluta per l’episiotomia in quanto può abbreviare la seconda fase del parto di circa 10 minuti.
Le indicazioni all’esecuzione dell’episiotomia sono le seguenti:
- Presenza di feto prematuro o podalico
- Sofferenza fetale
- Preparazione all’esecuzione di un parto operativo
- Macrosomia fetale
- Presentazioni fetali anomale
- Distocia di spalla
- Resistenza del perineo
Complicanze ed effetti collaterali:
Pur essendo una pratica, purtroppo molto diffusa, non è priva di possibili complicanze a medio-lungo termine. Vediamo insieme quali:
∙ dispareunia da cicatrizzazione: si manifesta in caso di mancata adesione dei margini del taglio a livello del diaframma urogenitale e da eccessivo accollamento dei margini a livello della forchetta vaginale con stenosi dell’orificio vulvare. In ogni caso è sempre opportuno astenersi dai rapporti sessuali per almeno 2 mesi dopo l’episiotomia.
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A presto.
Foto di Geudki