Molte mamme si chiedono quale sia il termine di gravidanza e se questo corrisponde con la data presunta del parto che gli è stata indicata a inizio gravidanza.
In questo articolo definiremo il termine della gestazione e la gestione della gravidanza oltre il termine.
Definizione della gravidanza oltre il termine
Nelle prime settimane di gravidanza alla mamma è indicata una data presunta del parto (dpp), che corrisponde alla 40ª settimana di gestazione. Questo può portare un po’ di confusione, poiché la futura mamma si prepara ad accogliere il nascituro intorno a questa data. Invece, il travaglio può iniziare anche prima o dopo questa data. Infatti, il termine della gravidanza per convenzione è compreso tra la 37ª e la 42ª settimane ed il parto può avvenire in questo periodo senza che ci sia il pericolo di parto pretermine.
Si definisce quindi oltre il termine, una gravidanza che prosegue oltre la 42ª settimana. Complessivamente la frequenza della gravidanza oltre il termine o protratta si aggira intorno al 10% di tutte le gravidanze che giungono a termine.
Quali sono le cause della gravidanza oltre il termine?
Le cause della gravidanza oltre il termine non sono molto conosciute. Si pensa che ci siano anomalie nei fattori che determinano l’inizio del travaglio di parto e/o una predisposizione genetica in quelle donne in cui si nota la tendenza al ripetersi di gravidanze protratte. Le cause potrebbero essere legate anche al momento dell’annidamento ritardato del prodotto del concepimento.
E’ comunque molto importante a inizio gravidanza datare la gestazione, confrontando la data dell’ultima mestruazione con il valore CRL fetale. Questo per stabilire con precisione il termine di gravidanza.
Rischi della gravidanza oltre il termine
I rischi della gravidanza oltre il termine sono soprattutto per il bambino, mentre una durata maggiore della gestazione non comporta di per sé alcun rischio per la madre. Dopo il termine della gravidanza, la placenta tende a invecchiare e frequentemente si verifica una notevole diminuzione del volume del liquido amniotico. Tutto questo può comportare uno stato di sofferenza fetale.
Ogni gravidanza è a se, ma c’è un notevole aumento di rischi per il feto-neonato dopo la 42ª settimana.
Gestione della gravidanza oltre il termine
Le ultime settimane di gravidanza hanno bisogno di un maggior controllo e se il parto non avviene prima della 42ª settimana, occorre monitorare con attenzione il benessere fetale.
E’ bene fare un monitoraggio cardiotocografico (CTG) ogni 2-3 giorni dopo la 40-41ª settimana. Nel caso fosse rassicurante, è consigliata comunque l’induzione del travaglio prima della 42ª settimana per ridurre i rischi.
Occorre controllare l’indice AFI del liquido amniotico da una a due volte a settimana dopo la 40ª, valutare le condizioni del collo uterino e il peso stimato del feto. Se il peso fetale supera i 4500 grammi c’è un rischio aumentato di traumi materno-fetali e anche di distocia di spalla ed è bene valutare la possibilità di un taglio cesareo.
Nelle ultime settimane i movimenti del feto possono essere ridotti per lo spazio minore e per la posizione assunta. E’ bene, però tenere sotto controllo i movimenti attivi fetali per valutare il suo benessere. Si indica il numero di dieci movimenti fetali al giorno.
Se avete domande o volete ricevere più informazioni a riguardo, contattateci o lasciate un commento.
Photo by Saul Ruiz on Unsplash